Già nel 1500 Tropea aveva una società colta, se si pensa che fu proprio in questo periodo che viene fondata un’accademia letteraria: “L’Accademia degli Affaticati”, che accoglieva, soprattutto, patrizi ed esponenti del ceto onorato.
Anche l’episcopato contribuisce in modo rilevante alla crescita culturale e materiale della popolazione.
Pasquale Galluppi nasce a Tropea nel 1770. Come si esprime Gentile, “visse veramente per la scienza, in cui riuscì a imprimere orme profonde, rinnovando la filosofia italiana”. Dopo la prima formazione ricevuta nella città natale e a S.Lucia del Mela in Sicilia, nel 1788 fu mandato dal padre a Napoli per studiare legge, ma egli preferì lo studio della teologia, dei Santi Padri, “attaccandosi specialmente a S. Agostino”. Richiamato nel 1794 a Tropea dal padre, l’anno successivo sposò a Cosenza la nobildonna Barbara d’Aquino che gli diede quattordici figli.
Nel 1831 salì sulla cattedra di Logica e Metafisica dell’Università di Napoli. Il 30 dicembre 1838, con votazione plebiscitaria, fu nominato socio corrispondente estero dell’Accademia di Francia.
Morì nella città partenopea all’alba del 13 dicembre 1846, “stringendo al petto il segno della redenzione”.

Pasquale Galluppi

Definisce il proprio sistema di pensiero “filosofia dell’esperienza”, intendendo con ciò significare che bisogna muovere dalla percezione del “me che avverte il fuori di me”. In tale percezione l’idea e la realtà si presentano come compresenti.
Il filosofo tropeano si oppone pertanto sia all’idealismo che muove dall’idea e sia all’empirismo che muove dall’oggetto sensibile. Egli perciò non ha bisogno di prosi il problema di come “gettare un ponte tra idea e realtà”, in quanto nell’esperienza del me modificato dal fuori di me, l’idea e la realtà si presentano indissolubilmente congiunte e costituenti il dato di fatto primario e indubitabile della conoscenza.
Alla metafisica si giunge poi, non partendo dall’essere o dalla natura, secondo quanto avveniva con la vecchia ontologia, ma dall’uomo stesso che alla nostra esperienza interiore si rivela come realtà condizionale o condizionata, che rimanda ad una realtà assoluta o non condizionata.

I Fratelli Benedetto e Giovan Battista

Caivano: Nobili tropeani, appartenenti all’Accademia degli Affaticati, che compongono sonetti tra il 1560 e il 1572.

Carlo Maria Fazzari

Patrizio accademico, autore di una raccolta di Rime edite in Napoli nel 1577, per la gloriosa vittoria della flotta cristiana sui Turchi a Lepanto con la partecipazione di un gruppo nutrito di tropeani.

Cesare Tomeo

Medico e poeta drammatico del XVI sec. Scrisse: “Il trionfo della lega” e la tragedia” Santa Domenica vergine e martire concittadina di Tropea”.

Quinzio Bongiovanni

Quinzio Bongiovanni:(XVI sec) Filosofo e medico di Papa Pio V e lettore di filosofia e medicina nell’Università di Napoli.

I Fratelli Pietro e Paolo Vianeo

(XVI sec) Valenti chirurghi, i primi a praticare la rinoplastica, “L’arte mirabile uscita da Tropea” come disse Tommaso Campanella.
Essi testimoniano l’esistenza, a Tropea, di una vigorosa tradizione medica e chirurgica che dal ‘500 si trasmetterà al secolo successivo.

Teofilo Galluppi

Vescovo di Oppido nel 1561; intervenne nel Concilio di Trento.

Vincenzo Lauro

Vescovo di Mondovì, nominato Cardinale da Papa Sisto V, fu Nunzio apostolico raffinatissimo con una chiara visione ecumenica. Non eletto Papa nel conclave del 1591 solo per il veto del Re di Spagna.

Luigi Lauro

Giureconsulto inviato alla Corte di Spagna per perorare la causa della rescissione della vendita di Tropea al Principe di Scilla Vincenzo Ruffo.

Pietro Ruffo

(1257) Luogotenente di Federico II e capostipite della nota famiglia principesca.

Pietro Ruffo di Calabria

Conte calabrese e provicario imperiale in Sicilia e Calabria, era originario di Tropea

Napoleone Scrugli

( 1803-1883) Vice ammiraglio nello Stato maggiore della Real Marina e primo deputato del Collegio di Tropea del periodo unitario.

Santa Domenica

Tropeana, è una delle prime martiri della storia del Cristianesimo. Figlia di Doroteo e Arsenia, fu sottoposta, insieme ai suoi genitori, a giudizio dall’Imperatore Massimiano. Ella, però, non rinnegando la sua Fede, fu martirizzata e decapitata il 6 luglio del 303. I suoi resti mortali si trovano nella Cattedrale di Tropea.

Don Francesco Mottola

(1901-1969) Fondatore della Famiglia degli Oblati e della Casa della Carità a favore dei sofferenti e degli emarginati. Morto in odore di santità è in corso la Causa di Beatificazione.