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Serra San Bruno

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Le Serre

Tra la Sila a nord e l’Aspromonte a sud si sviluppa una catena montuosa molto interessante dal punto di vista naturalistico-ambientale: le Serre, denominate le Alpi del Sud. Esse rimangono defilate rispetto alla Sila e all’Aspromonte, e si caratterizzano per i bosci secolari e l’abete bianco, una varia e fiorente fauna, numerosi sorgenti naturali d’acqua oligominerale, e un ‘antica tradizione culinaria .
Il nome Serre, secondo alcuni, si dovrebbe al particolare allineamento dei monti e delle colline che ricordano i denti di una sega, per altri, invece scaturirebbe dalla presenza di numerose segherie attive in età antica, altri ancora lo farebbero discendere dalla radice Ser (monte) da cui deriva anche lo spagnolo Sierra.
Le Serre possono rappresentare la meta ideale per coloro che cercano la solitudine in panorami poco frequentati dall’uomo e sanno apprezzare alberi e boschi secolari, una varia e florente fauna, numerosi ruscelli nei boschi e sorgenti naturali di acque oligominerali, spettacolari paesaggi naturali di montagna, un’antica storia di Arte e Religione, quale la famosa Certosa di Serra San Bruno, la prima certosa in Italia, risalente all’ XI secolo. Possono rappresentare la meta ideale anche per coloro che sono alla ricerca di un’affascinante ed unica vacanza mare-monti, in quanto sono immerse nel verde della rigogliosa natura e circondati dall’azzuro cristallino del Mediterraneo, essendo a breve distanza sia dal Tirreno che dallo Ionio. Sono montagne granitiche ricoperte da foreste fin sulle cime e culminano con monte Pecoraro. La ricchezza di foreste, la loro grande estensione, i pascoli verdeggianti, i borghi di montagna in fondo a splendide conche e l’assenza di panorami aridi e brulli rende le Serre molto particolari.
Altra caratteristica delle Serre è la ricchezza d’acqua, che sgorga da sorgenti, forma ruscelli, torrenti e fiumare che si infilano in forre e, soprattutto nel versante orientale, creano anche cascate, come nel caso delle cascate di Marmarico con i suoi oltre 90 m di dislivello, o quelle più piccole ma non meno suggestive della fiumara Assi. A nord è posta l’ampia valle dell’Ancinale, principale corso d’acqua delle Serre, in cui tra belle foreste è situato l’antico borgo di Serra San Bruno, cuore e centro più importante delle Serre vibonesi. allo starordinario spettacolo delle acque e dei boschi del settore orientale delle Serre, si affianca l’habitat rupestre dei monti Mammicomito e Consolino, dai quali si estraeva il il minerale che alimentava le fonderie e la fabbrica di armi di Ferdinandea e Mongiana.
Nel territorio comunale di Serra San Bruno ci sono tra le vette più alte delle Serre: Monte Pecoraro (1423 m) e Monte Pietra del Caricatore (1414 m).
Sui rilievi serresi emergono dalla foresta ammassi di rocce granitiche che conferiscono al bosco atmosfere magiche e misteriose, come Monte Pietra del Caricatore (1414 m). Le Serre calabresi sono ricoperti da foreste, spesso selvagge. Nelle zone più alta la tipologia di vegetazione forestale più diffusa è rappresentata dai boschi di faggio e dall ‘abete bianco, e man mano che le quote si abbassano, soprattutto sul versante orientale, i boschi, date le correnti di aria calda provenienti dal mar Ionio, sono misti e con prevalenza di sclerofille tra le quali predomina il Leccio. Caratteristici di alcune zone delle Serre sono i calanchi.
La comunità montane delle Serre, composta dai Comuni di Filadelfia, Polia, Monterosso, Capistrano, San Nicola da Crissa, Vallelonga, Simbario, Brognaturo, Serra San Bruno, Spadola, Mongiana, Fabrizia, Nordipace, copre un’area territoriale di quasi 325 kmq, con un’altezza sul livello del mare tra i 150 m e i 1400 m , con numerose vette superiori ai 1000 m.

Monte Pecoraro e Monte Pietra del Caricatore

Nel territorio comunale di Serra San Bruno ci sono tra le vette più alte delle Serre: Monte Pecoraro (1423m s.l.m) e Monte Pietra del Caricatore (1414m s.l.m.). Sui rilievi serresi emergono dalla foresta ammassi di rocce granitiche che conferiscono al bosco atmosfere magiche e misteriose, come Monte Pietra del Caricatore.
Come arrivare: si arriva da Serra S.Bruno percorrendo la strada statale per Mongiana. Si imbocca una via asfaltata all’altezza dell’incrocio per Arena/Dasà.
Da qui si comincia a salire alla volta del monte Pietra del Caricatore. Quando si è all’incirca al 49 km, all’altezza di un edificio dell’Anas diroccato, si parcheggia. Da qui si prende una pista che sale nella faggeta e poi nell’abetina, fino alla cima di Monte Pietra del Caricatore (1.414 m).
Dalla Cresta si possono ammirare splendidi panorami sul mare di verde che ammanta i rilievi della dorsale delle Serre.

Parco Naturale Regionale delle Serre

Da segnalare il Parco Naturale Regionale delle Serre, di circa 18 mila ettari, e in cui rientrano territori appartenenti a 4 comunità montane e a 26 comuni, e di cui fanno parte l’oasi naturalistica protetta del Lago Angitola (sotto la tutela del WWF).
Il territorio di pertinenza del parco comprende le abetine tipiche, pure e miste dell’abete bianco, le pinetine del pino laricio, le faggete, i castagneti, i pioppeti, i querceti nonché l’oasi del lago Angitola. E’ stato istituito con legge regionale n 48 del 5 maggio 1990, e con l’approvazione della L.R.n°10 del 14/07/03 “Norme in materia di Aree Protette” la Regione Calabria ha realizzato il Sistema Naturale delle Aree Protette mediante la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale, costituito da formazioni fisiche, biologiche e geomorfologiche che, assieme agli elementi antropici, compongono un bene primario costituzionalmente garantito.
Il Parco per le sue caratteristiche geo-antropologiche e per la sua estensione di 18 mila ettari, comprende diverse realtà e diverse identità territoriali ed umane, e valori naturalistici, culturali storici eantropologici che concorrono a determinare il toponimo delle Serre. La Regione Calabria persegue la gestione sostenibile delle risorse naturali e ambientali e la conservazione delle specie di flora e fauna selvatiche sia attraverso gli strumenti della programmazione e pianificazione sia la costituzione delle aree protette. L’obiettivo delle Aree Protette è perseguito promuovendo nel territorio interessato l’applicazione di metodi di gestione e valorizzazione naturalistico – ambientali tesi a realizzare l’integrazione tra uomo e ambiente naturale. Il simbolo del parco è l’airone cenerino, specie che dimora nell’oasi del Lago Angitola.
All’interno del PNR delle Serre, vengono individuate ben quattro aree di interesse Comunitario (SIC), che occupano il 37,08% della superficie totale del PNR delle Serre, rispettivamente :

  1. Bosco Stilo-Archiforo
  2. Bosco Santa Maria
  3. Lacina
  4. Lago Angitola.

1. Bosco Stilo-Archiforo

I boschi delle Serre sono tra i più belli dell’Appennino meridionale in genere, anche perché sono formati da specie arboree di grande valore naturalistico, come la conifera simbolo del comprensorio, l’abete bianco.

Un’escursione molto bella è quella che si può effettuare tra abeti giganteschi e secolari del Bosco Stilo-Archiforo, una delle ricchezze naturali delle Serre. Gli abeti colossali sono spesso misti al faggio, associazione molto diffusa nelle Serre. Il Bosco Stilo-Archiforo è situato nel territorio del Comune di Serra San Bruno, occupando circa il 27% della superficie totale del PNR delle Serre. Il bosco rappresenta una delle più significative testimonianze dell’originario paesaggio boscato delle Serre, ed è dominato dall’abete bianco, presente con esemplari colossali, nella parte superiore, in prossimità della vetta, e dal faggio. Altra caratteristica peculiare è la presenza del gatto selvatico e la martora, entrambi rari, e di numerosi branchi di cinghiali, e poi il tasso e la volpe, Il bosco è anche il regno degli uccelli di bosco come l’astore, i picchi, la ghiandaia. Ricco anche il sottobosco con cespugli e tappeti di fiori.

Come arrivare : Da Serra San Bruno, che si raggiunge dall’autostrada Salerno-Reggio Calabria uscendo a Pizzo Calabro, si procede lungo la statale 110. Al bivio per Arena, imboccare a sinistra la strada asfaltata che fiancheggia le pendici del Monte Pecoraro. Raggiungere la Caserma forestale di Bellino. Da qui si segue il sentiero che porta alla vetta della Pietra del Caricatore e ci si trova immersi nei boschi

2. Bosco di Santa Maria

Il Bosco di S. Maria occupa il 4%, dell’area del Parco ed è uno dei pochi esempi di abetine pure, caratteristiche macchie argentate sui versanti montani. Tali foreste di abete bianco, in cui non è raro trovare alberi che sfiorano i 40 m di altezza con un tronco di 1,5 m di diametro, sono soprattutto sui versanti a sud delle Serre, come appunto quelli del Bosco di Santa Maria.
Il Bosco prende il nome dalla Chiesa di S. Maria del Bosco, che si erge al centro tali monumentali e silenziose foreste e di giganteschi abeti bianchi, dove Brunone di Colonia, fondatore dell’ordine certosino, faceva penitenza e fu sepolto. San Bruno sceso in Calabria si trovò cosi a suo agio nella magnifica valle dell’Ancinale (oggi Serra S. Bruno), selvaggia come le patrie foreste, che decise di restarvi e fondare la Certosa. Nel vicino laghetto artificiale si trova la statua di S. Bruno immersa nell’acqua freddissima, che scende da una sorgente vicina. Alcune delle opere d’arte custodite nel cenobio della Certosa e nelle chiese del borgo serrese raffigurano proprio la “selva” al tempo di Bruno, compresi gli animali che si possono incontrare nelle abetine che circondano l’eremo. La specie più importante è Canis lupusDalla chiesa è possibile entrare nel bosco, seguendo le tante piste che lo attraversano. Le varie corone che hanno governato il sud d’Italia istituirono i boschi riservati (alcuni dei quali erano le abetine pure del Bosco di Santa Maria), al fine di assicurare rifornimento di legname pregiato ai loro arsenali. Il tronco dell’abete alto dritto e resinoso, era, infatti, insostituibile nella cantieristica navale del tempo. Tanta regalità purtroppo non è servita a salvare le abetine che hanno subito grandi disboscamenti negli anni trenta e cinquanta. Il bosco, negli anni ’50 è stato sottoposto ad una efficace opera di miglioramento e ricostituzione, ed oggi è uno dei boschi meglio conservati delle Serre calabresi.

3. Lacina

La Pianura della Lacina, dal punto di vista Idrologico, nasce dal bacino del torrente Alaco. Fa parte del comprensorio montano delle Serre Calabre , si trova ad un’altitudine tra 970 – 1028 m., ed occupa circa il 2% della superficie totale del Parco.
La Lacina ha una grande importanza nel conteso regionale e nazionale e al livello comunitario sia perchè è una delle poche zone umide montane meridionali, sia per l’ elevata ricchezza di habitat in essa contenuta, sia per l’alta concentrazione di specie rare, e a limite di distribuzione, quali le fitocenosi igrofile rare, ricche di specie ad areale relitto, rare o endemiche. Numerose specie sono di interesse fitogeografico. Per quanto riguarda la flora, in questa vasta pianura sono presenti più di 300 specie, di cui circa il 26% è rappresentato da specie rare. I principali habitat sono rappresentati dalle: faggete, alnete arbusteti xerofili, e più esternamente all’area troviamo anche delle Pinete. Al suo interno si trova l’unica popolazione calabrese di Menyanthes trifoliata, che si trova al limite meridionale del suo areale, e vivono inoltre popolazioni di alcune specie rare come Carex rostrata, Carex sp.pl.,.

Abeti bianchi

Il territorio delle Serre è in gran parte occupato da vegetazione forestale di notevole diversità tipologica. La tipologia di vegetazione forestale più diffusa nelle Serre è rappresentata dai boschi di abete e faggio. Le superfici boscate occupano circa l’ 80% del comprensorio. L’ abete bianco appenninico è la conifera simbolo del comprensorio, e raramente si trova da solo, ma è spesso associato al faggio. La presenza dell’abete bianco nelle faggete è legata al ciclo colturale del faggio, perchè l’abete bainco tende a rinnovarsi più facilmente nelle zone con minore copertura arborea, quali le aree sottoposte a tagli, mentre il faggio si rinnova anche sotto copertura densa dello strato arboreo. Sotto i 800-900m circa i boschi di faggio sono costituiti da querceti caducifogli, soprattutto sul versante ionico, quali i boschi di di rovere meridionale, che rappresentano delle formazioni relittuali di notevole interesse biogeografico. Tra i querceti caducifogli i boschi di fernetto, localizzati sui versanti orientali delle Serre tra i 500 e 1100 m, sono quelli più importanti proprio per l’estensione che attualmente coprono.
La vegetazione forestale rappresenta per il territorio serrese una risorsa fondamentale contribuendo consistentemente all’ economia locale