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Filadelfia

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Filadelfia

Paese in collina a pochi chilometri dal bivio dell’ Angitola, ricco di vegetazione e di corsi d’acqua e circondato ad est da una montagna. Anticamente a sud dell’attuale Filadelfia, sulla collina di Castelmonardo, sorgeva un piccolo centro di origine medievale distrutto dal rovinoso terremoto del 1783, che distrusse più di 200 centri calabresi. L’insediamento di Castelmonardo si estendeva nella parte alta della collina di Castelmonardo, ed era descritto come ‘città fortificata su alto loco’, a cui si accedeva da due porte, ed aveva al centro una imponente struttura fortificata, la Rocca, di cui oggi sono rimasti solo pochi ambienti e qualche elemento difensivo. Alcune ricerche archeologiche condotte negli anni Settanta, hanno fatto rinvenire alcuni parti di muratura del castello, e nella zona denominata ‘Le Chiese’, resti di muratura, tra cui il basamento di una facciata della Chiesa di Santa Barbara. Nei diversi scavi sono stati recuperati numerosi frammenti di ceramica di età medievale e moderna, metalli, vetri, monete ed elementi architettonici. Castelmonardo, fu donato nel 1464 ai Trezza e poi ceduto nel 1528 ai Pignatelli di Monteleone. Fu completamente rasa al suolo dal terremoto del 1783, e poi ricostruita. I superstiti al terremoto, rifugiatisi sul Piano della Gorna, decisero all’unanimità degli aventi diritto al voto, in un’ assemblea tenutasi il 16 Aprile, di porvi la prima pietra per la ricostruzione della città e di chiamarla “Filadelfia” (“Amore fraterno”), nome benaugurale per indicare il patto sigillato tra tutte le classi della cittadinanza, che ne era stata l’origine, e in tale occasione nacque anche lo stemma di Filadelfia: due mani, di cui una guantata, che si stringono. La città fu ricostruita con un progetto modernissimo e fu divisa in parti uguali, la pianta fu disegnata dal filosofo Stillitano e dall’architetto Serrao. La forma proposta fu la più semplice: un quadrato, poi articolato come croce greca, con una piazza centrale e quattro quadranti identici suddivisi in lotti di uguali dimensioni, e quatrro porte. L’unica variabilità stava nella porzione di spazio assegnata a ciascuno, in funzione della collocazione sociale. All’ assemblea dei cittadini seguì la cerimonia quasi sacrale della fondazione della città con l’aratro e poi la spartizione dei lotti, mantenendo nella differenziazione dell’area assegnata la gerarchia sociale. Ogni quadrato aveva una porta al centro, una sola piazza al centro che serviva per le adunanze pubbliche, ed una propria chiesa, dedicata rispettivamente a: Santa Barbara; San Teodoro; San Francesco di Paola; Madonna del Carmine.
Ancora oggi è visibile il rigore geometrico dela città: una grande piazza, intersecata da due assi primari, a cui spigoli si innalzano quattro campanili delle chiese principali (Santa Barbara; San Teodoro; San Francesco di Paola; Madonna del Carmine) che hanno il fronte delle facciate in direzione opposta, dove si creano quatto piazzette. Di interesse artistico sono i palazzi gentilizi a carattere monumentale con portali in pietra lavorata e i balconi in ferro battuto e qualche edificio più piccolo, per le loro peculiarità architettoniche attinte alla cultura manierista, barocca e del XVIII secolo. Ancora oggi è possibile ammirare le murature costruite con blocchi di pietra squadrati, pietre a vista, mattoncini in cotto e frammenti di tegole e piastrelle di varie dimensioni.
Rinomato è l’artigianato locale della tessitura (lenzuola, merletti, tovaglie, asciugamani) realizzato a mano con antichi telai di legno. Numerosi e molto apprezzati sono i prodotti dell’artigianato locale dal tessile, alla lavorazione del legno e del ferro (letti in ferro, lampadari, mestoli e recipienti), e della ceramica da quella ricamata elegantemente a quella usata per cucinare.

Ricorrenze religiose

Numerose sono le ricorrenze religiose che si celebrano a Filadelfia, e si presentano come momenti emozionanti in cui la popolazione esprime e manifesta la propria devozione ai suoi santi patroni e protettori, e in tale occasione si organizzano, soprattutto nel periodo estivo, giornate di festa che uniscono momenti alti di celebrazione liturgica a momenti di grande allegria e festa popolare. Le principali ricorrenze religiose: S. Antonio (giugno); Madonna del Monte Carmelo (luglio); S. Francesco di Paola (agosto); S. Rocco (agosto); Madonna delle Grazie (agosto); S. Barbara (settembre); San Teodoro (21 settembre); Riti Triduo Santo – (gio/ven/sab) settimana Santa Pasqua
“Cumprunti” a Pasqua (marzo/aprile); Corpus Domini (giugno).
Altrettanto importanti, sebbene meno numerose, ma vissute con altrettanta partecipazione popolare sono le ricorrenze laiche, segni di tradizioni e usanze che si tramandano nel tempo, ed entrate ormai nella tradizione di Filadelfia e diventando elemento di forte attrazione e richiamo turistico. Le manifestazioni laiche che si svolgono a Filadelfia: Festa dei rioni (agosto); Festa del cittadino illustre (agosto); Sagra della patata (agosto); Sagra dei Favuocciuola (agosto); Notte dei monaciedi (novembre), che si svolge nella ricorrenza religiosa della festa di tutti i Santi (01 novembre), quando escono i monaciedi cioè gli spiritelli buoni ma un pò dispettosi che amano fare dispetti, scherzi per indispettire i malacapitati, chi riesce a catturarli vince una pentola piena di monete d’oro.

Chiesa di Santa Barbara

Distrutta dal terribile terremoto 1783, venne fatta ricostruita negli anni trenta dal vescovo di Mileto Paolo Albera. E’ dedicata a Santa Barbara, celebrata il 4 dicembre. La comunità filadelfiese in passato quando mancavano i mezzi per fronteggiare il clima rigido invernale e non potendo onorare la Santa Patrona sia in senso religioso che civile, preferì posticipare la festa all’inizio del periodo estivo. Successivamente la data è stata fissata il 2 settembre in coincidenza dei giorni dei ‘patti agrari’, giornate in cui i braccianti agricoli che avevano lavorato le campagne nei mesi caldi ricevevano la loro retribuzione, e in occasione della fiera di Santa Barbara si commerciavano capi di bestiame e quant’ altro potesse servire per la vendemmia o per affrontare l’arrivo della brutta stagione alle porte.
La chiesa presenta la facciata in muratura chiara e l’ ingresso affiancato da lesene. Ha un portale con balaustra a balconcino ed una finestra con l’immagine di Santa Barbara in vetri policromi, e più in alto il timpano, al quale si arriva attraverso una scalinata. Annesso alla chiesa c’è un massiccio campanile a pianta quadrata. L’interno, con decorazioni e tele sul soffitto, è a tre navate. Sull’altare maggiore è stato sistemato il busto di santa Barbara. Tra gli altri tesori custoditi nella chiesa c’è un crocifisso ligneo del XVI secolo, proveniente da Castelmonardo, opera dell’artista locale Timpano.

Chiesa di San Teodoro d’Amasene

In origine era un’ abbazia basiliana adibita anche a cerimonie di rito greco, divenne poi una cappella gentilizia fino al 1950. E’ dedicata a San Teodoro, la cui statua è posta all’interno della Chiesa sull’altare maggiore. Ha tre ingressi, quello centrale con portale affiancato da colonne e lesene e con balaustra a balconcino e sormontato da un timpano, e ai lati altri due ingressi più piccoli con sopra un timpano e un’ apertura semicircolare. Il campanile, alle spalle della chiesa, è a pianta quadrata. L’interno è a tre navate, sobrio e con pochi semplici altari e nell’abside pitture sulla meditazione e la fiducia nella misericordia di Dio.

Chiesa della Madonna del Carmine 

Imponente edificio realizzato in muratura colore crema e mattoncini rossi. Il portale è sormontato da una stemma, affiancato da otto lesene e da due ingressi più piccoli. L’interno, a tre navate, è abbellito con eleganti stucchi e decorazioni. La cupola, che precede l’abside, è stata interamente affrescata dal pittore Grillo con immagini della Madonna del Carmine, di San Simone e di altri Santi. In basso ai quattro lati della cupola ci sono i quattro evangelisti. Nella navata centrale, a destra, è possibile ammirare un pulpito ligneo del 1897 realizzato a mano in legno intarsiato e recante sul baldacchino dei gruppi scolpiti di diversa rappresentazione. E’ opera dell’artista concittadino Michele Servello.
Nella chiesa è conservata un’ antica incisione rappresentante la Madonna del Carmine fra Santi Barbara e San Teodoro con le anime purganti sullo sfondo dell’antica Castelmonardo. L’ incisione è opera del maestro Basile, esperto in questa tecnica, e dedicata a D. Margherita Pignatelli da Ignazio Serrao.
Di grande interesse artistico è una statua in marmo di Maria SS. della Croce, proveniente dal diroccato convento degli Agostiniani, opera di ispirazione gaginesca del XVI sec. dell’ artista Mazzolo, e con stupendo bassorilievo con tre raffigurazioni, nel pannello centrale la Vergine regge il Cristo deposto, in quello di destra S. Giovanni Battista raffigurato con un agnello ed in quello di sinistra S. Agostino.

Chiesa di San Francesco di Paola

Costruita su una preesistente cappella all’inizio del XIX secolo. Inizialmente ad una sola navata, la struttura fu successivamente ampliata. La facciata, con ampia scalinata, e colonne e lesene ai lati, ha un portale sormontato da un timpano spezzato con rosone. Presenta tre ingressi, quello principale è centrale e di fianco le altre due porte più piccole sormontate da aperture circolari. L’ interno è a tre navate e in stile barocco. All’interno è conservato un busto in argento di S. Francesco di Paola, ed una pala d’altare in marmo con tela raffigurante San Francesco, opera di Carmelo Davoli.

Chiesa di Santa Maria delle Grazie 

E’ una piccola chiesa a una navata, con facciata molto semplice, ed un ingresso sormontato dall’immagine della Madonna delle Grazie. All’interno c’è un altare con la statua della Vergine.