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Castello di Pizzo

Il piccolo villaggio venne cinto di mura e fortificato con due bastioni dagli Angioini, su una di queste fortificazioni sorse poi, insieme ad altri castelli Aragonesi che si possono ammirare lungo la rivira calabra, il castello noto ai nostri tempi con il nome di “Castello di Murat”.

Parliamo brevemente di questo affascinante castello, fu eretto nella II metà del XV secolo, nel 1480, da Ferdinando I d’Aragona, duca di Calabria, a difesa del regno. Si erge nella parte occidentale della cittadina, consacrata a San Giorgio.E’ costituito da un massiccio corpo quadrangolare, con due torrioni cilindrici angolari di cui la torre grande, detta Torre Maestra è di origine Angioina (1380).

Il Maniero, dalla parte che si affaccia sul mare, scende perpendicolarmente sulla rupe, dall’altra, una strada ha oggi preso il posto del preesistente fossato che lo circondava e sul quale un ponte levatoio ed una porta, ne consentivano l’accesso. Secondo una descrizione cinquecentesca, oltrepassata la porta, si giungeva ad un piccolo cortile, alla cui destra, si trovava la zona carceraria costituita da quattro camere ed a sinistra le casermette con le vettovaglie. Dal cortile, attraverso una scala si saliva alla parte superiore ove erano dislocate otto stanze. La fortezza era altresì dotata di pianterreni e camminamenti interni che portavano anche fuori città. Essendo stata costruita allo scopo di difender la costa dai Barbareschi, durante l’occupazione francese, gli fu aggiunta una batteria a mare, a difesa della spiaggia, detta Monacella.

Oltre a pochi elementi decorativi in pietra, le mensole residue nel Torrione di nord-ovest e le piccole feritoie delle archibugiere è presente sulla chiave di volta, che sormonta il portone d’ingresso, lo stemma marmoreo della casa Infantado ed una lapide dedicata al re Gioacchino Murat. Verso la fine del XV secolo, la “terra di Pizzo”, e quindi il suo castello, per la cui costruzione ci vollero oltre quattro anni ed il contributo dei centri vicini, passò dalla casa d’Aragona a quella dei Sanseverino.

Successivamente Ferdinando II il Cattolico, lo cedette e Diego Demendozza, generale delle Galee, per l’aiuto dato da questi alla corona di Spagna, e da lui per successione detti beni passarono alla casa dei Silva, alla quale apparteneva il Duca dell’Infantado che lo tenne fino al 1806, anno in cui per Decreto del re Giuseppe Napoleone, fu abolita la feudalità. Negli anni successivi il castello, oggetto di numerose dispute, fu occupato dal Governo, che lo adibì a caserma e prigione, per poi essere definitivamente ceduto dal Governo Italiano al comune di Pizzo. Oggi, anche se alcune delle strutture originarie sono andate perdute a causa del terremoto del 1783, che ne distrusse le camere superiori.