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Fabrizia

Fabrizia nel cuore delle Serre sorge il piccolo borgo, il più alto comune del Vibonese, circondato da una montagna incontaminata e suggestiva con i suoi pini, abeti, faggi, castagni. Il centro cittadino, oggi dominato dalla Chiesa del SS.Rosario, è caratterizzato da stardine sinuose e palzzi con splendidi portali di granito locale e balconi in ferro battuto.

Le Querce sono l’essenza dominante nelle campagne di Fabrizia. Si possono ammirare esemplari giganteschi con diametri a petto d’uomo sino ad 11 metri. Questi alberi si trovano gli uni a fianco degli altri con una distribuzione determinata non solo dalla natura, ma anche dai tagli effettuati dall’uomo nei secoli. Il sottobosco, ove esistente, è ricco di eriche e agrifogli. Il terreno coperto di foglie marcescenti è ricco di funghi, compresi i ricercati porcini.Nelle valli più riparate crescono estesi boschi di querce con roveri, farnie e farnetti, ma soprattutto cerri e sui crinali più esterni si incontrano anche grandi boschi di pino laricio.
Come arrivare : Per raggiungere Fabrizia è necessario immettersi sulla A3 Salerno-Reggio Calabria, uscita pizzo – S. Nicola – Simbario – Serra San Bruno- Mongiana – Fabrizia

Un po’ di storia

Fabrizia l’ antico nome era Li Prunari. Il piccolo borgo sorse dalla trasmigrazione delle genti di “Castelvetere ” (Caulonia) e di Roccella. Dopo la Battaglia di Lepanto, i Carafa di Roccella ricevettero come premio di guerra, la città di Caulon e questi territori, e nel 1590 venne fondata come comune autonomo, quando il principe di Roccella Fabrizio Carafa scelse questi luoghi incontaminati come propria residenza estiva facendovi costruire un castello ed edifici di culto, ed imponendo il proprio nome al luogo. Il castello esistente ancor oggi, rappresentò il fulcro di tutte le attività del fuedo per lungo tempo. I Carafa fecero costruire vicino la già esistente Chiesa del SS.Sacramento, la cappella del SS.Rosario, che dalla sua consacrazione (1611) fu proclamata d`esclusivo patronato dei Carafa. In essa è custodita la Madonna del Rosario, preziosa icona del Seicento di scuola meridionale. Il principe Fabrizio Carafa fece costruire nel 1594 la Chiesa di S. Maria delle Grazie, che oggi conserva pregevoli opere d’arte del 700-800 , quali il battistero marmoreo con cappello ligneo intagliato, acquasantiera marmorea, ostensori argentei. All`inizio del “800”, in seguito al trasferimento del casato a Napoli, al rovinoso e devastante terremoto del 1783, iniziò un lento ma inesorabile declino dei possedimenti del principato, con conseguente forte regresso economico, dal quale si riprese solo con l`avvento del dominio Francese. La ripresa ebbe come forte traino la presenza sul territorio delle Regie Ferriere, per la lavorazione del ferro, volute da Ferdinando IV di Borbone, attive durante il periodo napoleonico e potenziate dai francesi. Sugli argini della fiumara ” Allaro” furono costruititi numerosi mulini per la macina e diverse fornaci per la realizzazione di manufatti in argilla.
Il centro cittadino, oggi dominato dalla Chiesa del SS.Rosario, è caratterizzato da stardine sinuose e palzzi con splendidi portali di granito locale e balconi in ferro battuto.

Riserve Naturali Biogenetiche Statali : Cropani Micone e Marchesale

Le Riserve contribuiscono con gli altri boschi calabresi a formare quella che un tempo veniva denominata la Selva Brutia di notevole significato biogeografico, data la posizione centrale nel bacino mediterraneo.
Particolarmente interessante è il contesto storico, culturale e naturalistico del territorio in cui si inseriscono le 2 Riserve Naturali, dove si trovano la Certosa di Serra San Bruno, luogo mistico religioso, la Fabbrica d’Armi e le RegieFerriere di Mongiana e della Ferdinandea, opifici del Regno Borbonico. Ma l’interesse più rilevante è sicuramente quello naturalistico. Le Riserve si inseriscono in un corridoio naturale di alto valore naturalistico che negli ultimi decenni ha visto consolidarsi l’estensione delle aree boscate e delle aree protette. L’attrazione dei turisti viene così guidata attraverso un fitto reticolo di sentieri, piste e percorsi didattici e naturalistici.

Riserva naturale di Cropani Micone

La Riserva naturale statale di Cropani Micone è un’area naturale protettacon una superficie di circa 1.500 ettari, nel comune di Mongiana, vicino al Centro Polifunzionale di Villa Vittoria e alla Riserva Naturale “Marchesale”, nei comuni di Acquaro e Arena, e distesa sul versante occidentale delle Serre di Vibo Valentia, tra i 750-200 m s.l.m., nell’alto bacino del Torrente Allaro.
E’ patrimonio dello Stato. Il Demanio Forestale acquisì 2 riserve, nel 1914 la “Marchesale“, come parte di un feudo appartenuto prima alla Marchesa Caracciolo Imperiale di Arena, e nel 1918 quella di Cropani Micone, bloccando così lo sfruttamento a cui era soggetta l’area negli ultimi decenni del XIX sec. Nel 1977 assunse lo status di Riserva Naturale Biogenetica .

La Riserva naturale statale di Cropani Micone è ricca di sorgenti ed è dotata di due laghetti artificiali, in cui nuotano talvolta uccelli acquatici, gli aironi cenerini.
I suoli sono di origine granitica risalente ad epoca remota e di particolare ricchezza mineralogica.
Il clima mite e le frequenti piogge estive consentono il rigoglio della foresta di faggio, abete bianco e pino laricio. Le abetine naturali costituiscono una delle principali attrazioni della Riserva. Circa la metà della riserva è però occupata da boschi di castagno, pino nero, ontano comune, faggio e abete bianco, con un ricco ed eterogeneo sottobosco con arbusti di agrifoglio e pungitopo. piccoli lembi di radura con specie arbustive di ginestre, cisti, erica e agrifoglio.
La fauna comprende il cinghiale, la volpe, la puzzola, la donnola, il tasso, la lepre comune, la martora, la volpe, la vipera comune ci si può imbattere in qualche serpente, soprattutto nei pressi delle radure e dei campi limitrofi, dove trova riparo il cervone. numerosi gli uccelli, come il tordo bottaccio, il falco cuculo, l’ airone cenerino, il gufo comune e il corvo imperiale .

Come arrivare: Si raggiunge con la S.S.110, che collega la costa Tirrenica con la costa Ionica, deviando per Mongiana, comune della riserva.