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Spadola

“Spatola cum cacio equino optimo” scrive Gabriele Barrio nel suo “De situ et antiquitate Calabriae” decantando la bontà del suo caciocavallo. Spadola, infatti, era rinomata per i prelibati latticini locali, tradizione che però si è persa con il passare degli anni.

Oggi sulle tavole spadolesi si trovano piuttosto gustosi salumi (la soppressata e il capicollo per esempio) che, buoni col pane casereccio, sono spesso utilizzati per le imbottiture. È ovviamente una cucina dai sapori mediterranei. Nei ristoranti le specialità offerte sono la pasta e fagioli o le minestre con gli ortaggi. Si può trovare anche dell’ottimo stocco con patate, olive e pepe in brodo rosso (in cui magari intingere pezzetti di pane). La carne più consumata, invece, è quella di maiale che regala una gran varietà di piatti.

Tipici, per esempio, sono gli zziringuli, cioè la parte di carne che resta attaccata all’osso e che viene conservata insieme al grasso in appositi contenitori.

Di volta in volta gli spadolesi la gustano con l’uovo fritto o nella pitta calda appena uscita dal forno. Pitta con pepe di maggio (fiore di sambuco).

Le ricette

Pitta con pepe di maggio (fiore di sambuco)

Ingredienti:
Pasta di pane, fiori di sambuco, ricotta, soppressata, olive nere, olio d’oliva.

Procedimento:
Stendere la pasta del pane in una teglia da forno e riempirla con i fiori di sambuco, la ricotta, la soppressata tagliata a pezzetti, le olive nere e l’olio d’oliva. Coprire con un’altra sfoglia di pasta e chiudere bene i lati per non fare uscire il ripieno. Infornare.