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Pizzo

La cucina calabrese è una cucina che affonda le sue radici nella storia millenaria di questa terra e nelle culture dei popoli che nei secoli, su di essa, si sono succeduti, dalla Magna Grecia ai romani, dagli arabi ai normanni, dai spagnoli ai francesi. Una cucina dai sapori forti molto legata alle tradizioni e alle ricorrenze religiose ma che ha saputo modificarsi nel tempo.

la bellezza di un posto sta anche nel fatto che i turisti ne possano apprezzare la gastronomia locale, i sapori tradizionali e i piatti tipici della regione. Una vacanza ci deve far conoscere tutto del posto che visitiamo, e non solo monumenti, chiese e mare

Specialità

Tonno, agrumi, olio d’oliva, vino, gelati.Il sapore del tonno.Il tonno pescato a Bivona e a Pizzo si ritiene, nell’Italia meridionale, superiore a quello delle altre località.Già presso gli antichi il tonno d’Hipponion era rinomato fino in Grecia.
Ateneo richiamandosi al poeta comico Archestrato, lo cita come il più ricercato dai buongustai. Un culto quasi, se ancora oggi proprio il tonno all’olio d’oliva di Pizzo e della costa, prodotto da diversi stabilimenti ancora attivi, è il più ricercato e apprezzato. Il pescato è selezionato e il prodotto fresco, che si adopera, è stivato a mano. Ma oltre all’olio d’oliva, non bisogna dimenticare di assaggiare la ventresca, la carne dei lati dell’addome del pesce, particolarmente tenera e prelibata, prodotta dalle stesse aziende, e, ancora, la più celebre bottarga, detta anche caviale di tonno, ottenuta dalle ovaie del pesce.
Ben pulite, esse vengono salate, pressate, strette tra canne di bambù e messe a essiccare. Il modo d’impiego più diffuso è a condimento degli spaghetti e per la preparazione delle tartine. Infine il tonno è consumato anche fresco.

Località balneare

Oggi Pizzo è una rinomata e molto conosciuta cittadina turistica e località balneare, nota per le splendide coste e per la mitezza del clima, ma anche per le sue specialità gastronomiche, dal tonno fresco o sott’olio, ai “surici” ( piccoli pesci locali) e cozze, all’ olio d’oliva, all’ uva “zibibbo , alle fragole esportate in tutta Europa, ai gelati artigianali ed i semifreddi, dei piu’ diversi tipi, frutto di una antica tradizione e particolarmente famosi i tartufi e la nocciola imbottita.
Pizzo, dal punto di vista gastronomico, rappresenta un ottimo connubio tra i sapori robusti e piccanti dell’antica tradizione contadina calabrese, gli squisiti salumi e formaggi, e le gustose ricette della cucina marinara, con pesce e i molluschi, sempre freschi, cucinati secondo le antiche ricette locali. La cittadina, circondata da rigogliosi vigneti, produce un’ uva “zibibbo” di eccellente qualita’, nota per la sua dolcezza e da cui deriva il buono vino locale zibibbo. Ma oltre all’olio d’oliva, non bisogna dimenticare di assaggiare la ventresca, la carne dei lati dell’addome del pesce, particolarmente tenera e prelibata, prodotta dalle stesse aziende, e, ancora, la più celebre bottarga, detta anche caviale di tonno, ottenuta dalle ovaie del pesce. Ben pulite, esse vengono salate, pressate, strette tra canne di bambù e messe a essiccare. Il modo d’impiego più diffuso è a condimento degli spaghetti e per la preparazione delle tartine.
Pizzo e’ anche la patria del tonno, che viene preparato nei modi piu’ diversi, o conservato sott’olio, ricercato e apprezzato, che si ritiene superiore a quello delle altre località nell’Italia meridionale. Già ai tempi della Magna Grecia era molto rinomato il tonno pescato nel Golfo d’Hipponium (oggi Vibo Marina). dopo l’anno Mille, seguendo il metodo arabo delle ‘tonnare fisse’ la pesca del tonno subì un notevole incremento. Fin dal Cinquecento giungevano in primavera in Calabria alle tonnare di Pizzo, Vibo Marina, Bivona, Tropea, scrittori, viaggiatori, cronisti per assistere ai riti preparatori della pesca del tonno, alla partenza dei barconi, al posizionamento delle reti sbarranti, alla mattanza cioè l’uccisione (matar) dei tonni con arpioni, uncini, bastoni, seguita dai canti dei pescatori. Gli anni ’50 e ’60 segnano la fine delle attività delle tonnare calabresi a seguito degli alti costi di gestione, delle sfortune battute dui pesca, e dei nuovi metodi di pesca, determinando al fine di un’arte antica e tramandata di generazioni.